23 maggio, Giornata della Legalità, che vede quest’anno ricorrere il 30esimo anniversario della strage di Capaci (23 maggio 1992), teatro di un efferato agguato di mafia che vide tragicamente coinvolti il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli uomini della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montinaro.
Oggi si ricorda anche la tragica scomparsa di Paolo Borsellino, magistrato come Falcone del “Pool antimafia”, nato per indagare sulla criminalità organizzata a Palermo. Le loro indagini portarono al maxiprocesso di Palermo contro Cosa Nostra. Il 19 luglio 1992, Borsellino fu ucciso da un’autobomba in via D’Amelio, vicino alla casa di sua madre a Palermo, meno di due mesi dopo la morte del suo amico Falcone. L’attentato tolse la vita anche a cinque poliziotti: Agostino Catalano, Walter Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Claudio Traina.
Non dimentichiamo contro cosa hanno lavorato e speso tutte le loro energie, ma soprattutto ricordiamo PER che cosa hanno vissuto, superando scogli giganteschi di conformismo e quieto vivere.

Nel febbraio del 1992 Falcone scrisse una frase a un giurista, che resta come monito per tutti i giovani di buona speranza: “Continui a credere nella giustizia, c’è tanto bisogno di giovani con nobili ideali”.
Con questa semplicissima frase, allora come oggi, ci dice che tutti possiamo essere dei buoni cittadini facendo soltanto il nostro dovere, confidando nella giustizia e nei valori della nostra Costituzione.

Il Sindaco
Paolo Lambertini