Coppia aperta, quasi spalancata
di Franca Rame e Dario Fo
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Martedi’ 13 marzo 2018
ore 21
Produzione |
Regia | Interpreti | Contributi artistici |
Aria Teatro | Riccardo Bellandi | Simonetta Guarino, Denis Fontanari e Andreapietro Anselmi |
Se questo è uno dei testi della coppia Fo-Rame più rappresentati un motivo c’è. Non è un testo politico, non è un testo a favore del femminismo o contro il maschilismo, non è né solo comico né solo drammatico, non parla di sesso o di amore… l’elenco potrebbe continuare all’infinito perché questo testo non lo si può racchiudere in un unico contenitore; forse perché è tutte queste cose insieme quindi diventa molto di più.
Ecco perché – l’esperienza ormai lo conferma – questo testo fa morire dal ridere: perché ci appartiene e ci mette di fronte al nostro modo di pensare i rapporti arrivando a ragionare sulle motivazioni profonde che ci spingono a stare insieme. Ci riconosciamo nei personaggi che ci raccontano la loro storia fino a provare una irresistibile voglia di ridere di noi. La forza graffiante e ironica dell’attrice Simonetta Guarino, nota al grande pubblico per le sue partecipazioni a Zelig, ma anche per numerose altre performance in teatro, al cinema e in TV, sarà l’arma drammaticamente corrosiva che, accanto a Denis Fontanari, ci trascinerà in un irresistibile sorriso intelligente. Quello che Dario Fo e Franca Rame non si sono mai stancati di regalarci.
Lo spettacolo
I testi di Franca Rame e Dario Fo hanno la capacità di farci ridere affrontando temi impegnati e spesso drammatici. In “Coppia aperta, quasi spalancata” questa capacità è resa dalla vera e propria trasformazione di ruolo cui è sottoposto il pubblico: dapprima spettatore di una serie di scenette da sitcom, costantemente in bilico tra finzione e realtà, quindi spettatore di una commedia che scivola nel drammatico e, infine, protagonista del dramma stesso. Perché nei personaggi di questa vicenda sono rappresentati gli eterni problemi di ogni coppia, che tenta di reinventare un modo di stare insieme per rimediare alla fine della passione. Quando un regista decide di portare sulla scena questo spettacolo deve innanzitutto decidere in che modo bilanciare gli effetti comici con la serietà dei temi cui si allude (non soltanto il tradimento e il senso di abbandono, ma la depressione, le relazioni di un uomo maturo con minorenni, l’anoressia, la violenza sulle donne): in questa rappresentazione si è voluto rendere soprattutto l’aspetto comico, ispirandosi alla coppia Vianello-Mondaini degli inizi, che per prima portò in Italia lo humor nero. Anche la scenografia e i costumi, ispirati alla Pop Art, concorrono a creare un’atmosfera allegra e giocosa, che, coi suoi colori sgargianti, esaspera il contrasto tra finzione e realtà, lasciando alla rappresentazione di dimostrare quanto i confini tra questa
realtà e quella finzione siano in realtà labili.