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Il doping ha operato una vera e propria pulizia etnica degli onesti,
generando sfiducia, promuovendo allenatori che non hanno nulla da insegnare
e lanciando nell’orbita mondiale campioni senza valore.[/fontpress]
[fontpress type=”webfonts” name=”Lato” size=”14px” color=”#000000″] Sandro Donati, Madrid, 23 maggio 2013[/fontpress]

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Prosegue il progetto EGLE, dedicato ai temi di giustizia, legalità ed eguaglianza, con l’incontro-dibattito pubblico dal titolo eloquente: “Sport e Legalità – Gioca pulito… e hai già vinto”.
Venerdì 31 maggio il Teatro Città di Cairo Montenotte ospiterà, a partire dalle ore 16, due testimoni esemplari della lotta al doping: il Procuratore della Repubblica di Torino Raffaele Guariniello e l’ex allenatore delle squadre nazionali di atletica, il Maestro dello Sport Alessandro Donati.
Sono indubbiamente due personalità di rilievo, da sempre in prima fila a difendere le ragioni della legalità, dell’onestà e della pulizia morale. Con coraggio, con costanza e senza riserve, dalla parte della giustizia, in ogni caso.
Il convegno/dibattito è aperto a tutti, l’ingresso è gratuito.

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Il magistrato torinese si è occupato nella sua carriera di temi sensibili quali lavoro, salute, ambiente e di inchieste delicate quali quelle legate alla vicenda Eternit, alla ThyssenKrupp, alla SLA della quale sono stati vittime diversi calciatori, ma è soprattutto ricordato come il grande accusatore del mondo del calcio.
Da lui partì infatti l’indagine per l’abuso di farmaci che inizialmente coinvolse Juventus, Parma, Roma e Torino: il processo penale finì, nel caso della Juventus il 30 marzo 2007, con la sentenza della Corte di Cassazione che confermò l’assoluzione dall’accusa di pratica dopante attraverso la somministrazione di eritropoietina umana recombinante, mentre annullò la sentenza di assoluzione in secondo grado, circa l’abuso di farmaci, ritenuti leciti dal proprio CONI. La Corte sancì la realizzazione di un nuovo processo basato solo sull’accusa di abuso di farmaci, ma per quest’ultimo reato i termini di prescrizione erano nel frattempo scaduti e non venne quindi istruito un nuovo processo.

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Alessandro Donati è una vera autorità nella lotta al doping nello sport.
Un titolo guadagnato sul campo in anni di guerra tenace e senza paura contro il sistema doping, diffuso e in larga parte appoggiato dai vertici dello sport italiano.
Dall’interno, dal suo punto di osservazione di tecnico federale e di funzionario del CONI, ha combattuto gli scandali susseguitisi negli anni, quelli che hanno visto coinvolti campioni di fama mondiale e competizioni sportive di primissimo piano, favoriti da dirigenti abbagliati dalla vittoria ad ogni costo e da una stampa sportiva allineata nella passività e nel silenzio.
Ha ostinatamente denunciato il dilagare del doping nel mondo dei dilettanti e degli amatori, una piaga in espansione, “capace di operare una vera e propria pulizia etnica degli onesti, generatrice di sfiducia, promotrice di allenatori che non hanno nulla da insegnare a nessuno, una fabbrica di campioni senza valore”.
“Campioni senza valore” è proprio il titolo del suo libro del 1989 presto scomparso dalle librerie, “colpevole” di aver denunciato con dovizia di particolari e con l’ausilio di prove inconfutabili il coinvolgimento del potere nelle pratiche illegali finalizzate all’ottenimento di allori olimpici e riconoscimenti di livello mondiale.
“Lo sport del doping” è la sua nuova opera editoriale, che riprende e amplia i contenuti del testo non più reperibile. Ci sono nomi e cognomi, storie di sport e di persone oneste, che hanno tenuto duro scegliendo di stare dalla parte giusta e poi, ovviamente, il racconto delle sue battaglie e della degenerazione dei valori che dovrebbero essere la base di chi pratica sport: onestà, legalità, pulizia.
Gli stessi temi che il progetto EGLE propone con la collaborazione della Fondazione De Mari, che dopo Adriano Sansa, Gherardo Colombo, Emergency chiama in causa questi nuovi testimoni del tempo, esempi da imitare e da ammirare.

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