27 gennaio: 78 anni fa avvenne la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz. 

“Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche della 60ª Armata del “1º Fronte ucraino” del maresciallo Ivan Konev arrivarono per prime presso la città polacca di Oświęcim (in tedesco Auschwitz). Lì vicino scoprirono il campo di concentramento e ne liberarono i superstiti.

Insieme alla Shoah vengono commemorati tutti coloro che sono stati vittima delle leggi razziali, tra cui gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte e quanti, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.

78 anni dopo, sembra un’eternità, un fatto lontano, un evento da libro di storia, una cosa che non ci riguarda da vicino. Questo sarebbe l’errore più grande.

Come sarebbe un grande errore dimenticarci della guerra in atto in Ucraina perchè lontana da noi, o pensare che il razzismo, l’antisemitismo, la discriminazione, l’intolleranza, l’odio, il sopruso, la prevaricazione, l’esclusione non riguardano noi ma  gli altri, non sono un “problema” per noi: dobbiamo essere capaci e avere il coraggio di metterci davanti a uno specchio e chiederci, ogni giorno, se mai abbiamo avuto, anche nel piccolo della quotidianità, atteggiamenti di questo genere.

Sollecitare e interrogare la nostra coscienza è una garanzia per mantenere sempre alta la nostra attenzione affinchè non si ripetano tragedie immani e vergognose come quello che il nazismo e il fascismo ci hanno portato, o la guerra in atto sta portando.

La giornata di oggi deve essere un monito importante per una ferita che sanguinerà sempre, che sarà per sempre una vergogna per l’essere umano.

Il nostro dovere è di non limitarci a parlare degli orrori del nazifascismo ma di testimoniare concretamente che solo il rispetto vero di tutti è la base da cui far crescere pace, libertà, benessere e futuro.

La testimonianza degli adulti di oggi è la migliore, e forse l’unica garanzia, per impedire che la storia, questa storia, si ripeta.

Senza rabbia, senza sete di rivalsa o, peggio, di vendetta: consapevoli che ciascuno di noi deve mettere le basi perché la storia non si ripeta.”

Paolo Lambertini

Sindaco della Città di Cairo Montenotte